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TALKING ABOUT GROTTINI, RETAIL AND ENVIRONMENTS
Giorni fa un articolo di
Eric Feigenbaum
su
VMSD
ha colto una sfumatura interessante all'interno del discorso della comunicazione retail: "aggiungere il tocco umano".
In un precedente articolo del 1990, Eric pronosticava due tendenze, diventate questioni rilevanti di oggi. La prima prima era quella della sostenibilità, "i retailer cercheranno un rapporto reciprocamente vantaggioso con l'ambiente"*, affermazione che 20 anni fa trovava di sicuro pochi sostenitori. L'altro punto che toccava l'articolo era che "i negozi dovevano essere progettati a misura d'uomo, per il consumo e l'interazione umana; i rivenditori devono 'aggiungere il tocco umano.
In un momento dove la tecnologia è diventata elemento fondamentale per qualsiasi strategia retail e ha ridefinito l'intera esperienza di shopping, un grande valore aggiunto diventa proprio quello che la tecnologia non riesce a fornire: il tocco umano.
Oltre i social media, che ci rendono persone più connesse ma forse meno"sociali", e oltre un linguaggio digitale fatto soprattutto di "clicca qui" o "invia", il "tocco umano" è quello che permette la costituzione di interazione umana, la fiducia e la creazione di relazioni. E' questo che realmente aggiunge qualità alla esperienza di acquisto dei propri clienti.
Riguardo i retailers che si affrettano ad abbracciare e integrare le migliori e più recenti tecnologie, l'autore chiude l'articolo con una frase del grande Walt Disney: "È possibile progettare e creare e costruire il posto più bello del mondo, ma ci vuole la gente per rendere il sogno una realtà."
Qui l'articolo "Adding the Human Touch"